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Il convegno a San Salvador
Perché demotopia?
Un testo che bene descrive questa posizione è una citazione da Yochai Benkler “La ricchezza della rete”, dove dice che la posizione da cui muoviamo “non affonda le radici in uno scetticismo teorico sul ruolo dello stato [e delle Regioni e dei Comuni, si può aggiungere], ma in una analisi empirica delle opportunità, delle barriere e delle strategie che possono favorire libertà e sviluppo umani nelle condizioni tecnologiche, economiche e politiche realmente date”.Questo è pertanto un progetto che cerca di rendere possibile un confronto costruttivo tra coloro che hanno a cuore la cosa pubblica. Ma, che cos’è la cosa pubblica?
Che cos’è la cosa pubblica.
Cosa pubblica, per alcuni può anche essere resa con “bene comune”; Benkler parla di “libertà e sviluppo umani”, in ogni caso si fa riferimento a qualcosa di trasversale a tutta la società, a qualcosa che può essere condiviso e diventare di comune interesse. Sembrano affermazioni banali e scontate, ma spesso si ha l’impressione che vengano poste barriere insormontabili tra un gruppo e un altro. Sembra quasi che una parte della società abbia a cuore il bene e un’altra invece il male. Gli interessi contrapposti esistono e parlare di bene comune non significa dimenticare questa realtà, ma il compito di un governo democratico è probabilmente quello di comporre gli interessi nella prospettiva di un orizzonte che li valorizzi e li comprenda. In questi ultimi anni ci siamo spessi detti che la molteplicità e la diversità (di interessi, di culture, di saperi, di fedi, di valori, di posizioni) costituiscono una ricchezza per la società e che la difesa della diversità rende possibile l’individuazione di strade non percorse e di soluzioni inattese a problemi insolubili. Perché oggi la diversità da fastidio e la si ritiene un male?
Come utilizzare le tecnologie di rete per trovare una soluzione ragionevole ai problemi sociali?
Le tecnologie di comunicazione di rete stanno rendendo possibile la creazione di un sistema sociale reticolare, che si sviluppa attraverso aggregazioni di consenso su temi molteplici. La pubblica amministrazione e la politica, che fino ad oggi hanno operato attraverso processi di aggregazione centralizzati e monodirezionali, si trovano spiazzati. La rete stessa si sta però ponendo come un terreno di confronto dove prendono posto esperimenti che cercano un contatto e una contaminazione, con movimenti che procedono nelle due direzioni: ci sono PA che cercano di adottare protocolli comunicativi e partecipativi mutuati dalla rete e ci sono gruppi nati sulla rete che coinvolgono le PA per la soluzione dei problemi che li interessano.
Questo modo di operare corrisponde a quanto citato da Benkler, ossia significa operare “nelle condizioni tecnologiche, economiche e politiche realmente date”. Detto in altri termini, significa vedere in modo positivo il processo di innovazione reso possibile da tecnologie di rete, che uniscono e rendono vicine le persone, che consentono di rendere più intelligente l’uso delle risorse, che consentono di gestire in modo razionale e organicamente strutturato una cultura immensa che abbiamo ricevuto in eredità dalle generazioni che ci hanno preceduto. Utilizzare le tecnologie di rete per comunicare vuol dire avere fiducia nella disponibilità e nell’interesse degli altri di costruire qualcosa insieme.
In un clima sociale dove molte sono le occasioni per perdere di vista l’aspetto collettivo e sociale dei problemi, incentivare i processi di partecipazione significa aumentare il processo di corresponsabilizzazione di tutti i cittadini. Non è, quindi, un progetto di parte, di destra o di sinistra, ma un progetto che nasce da una concezione essenzialmente dialogica della democrazia liberale.
Obiettivo di demotopia è quello di far emergere e far conoscere queste esperienze di contaminazione per cogliere i fattori di successo attraverso “una analisi empirica delle opportunità, delle barriere e delle strategie che possono favorire libertà e sviluppo umani”.
I meetup. Partecipazione e collaborazione
Beppe Grillo ha colto subito le potenzialità di aggregazione dei meetup ed ha creato un sistema di gemmazione in sintonia con il suo piano di espansione di politica/antipolitica. Qual è stata la risposta?
Demotopia si è posta il problema di un confronto con i meetup della Regione veneto cercando un confronto e un dialogo, rispettosa in ogni caso e sotto ogni aspetto delle rispettive competenze e autonomie.
Ma chi sono e che cosa fanno i meetup presenti nella Regione Veneto?
Malgrado i temi su cui si concentrano siano Acqua, Ambiente, Trasporti, Sviluppo ed Energia, i meetup che fanno riferimento al territorio della Regione Veneto finiscono per fare molto di più o per farlo in modo molto diverso.
I diversi meetup presentano una forte connotazione territoriale che si sviluppa in una prospettiva a matrice trans-locale: tutti partono dalla consapevolezza che i problemi li rendono una comunità che non ha confini. Ognuno, però, si “pela le sue gatte”, con rigassificatori, basi militari, traffico e così via. Il loro ideale politico è la Democrazia Diretta. Tutti i meetup organizzano incontri per la costituzione di liste civiche locali. La loro concezione dell’e-democracy è ribaltata rispetto alla concezione che ne hanno tutti gli altri utenti e promotori di processi di e-democracy: la centralità viene data alle persone e alle interazioni faccia a faccia. I meetup si incontrano, in genere in un locale o in un luogo pubblico, dopo le ore 21, discutono di questioni organizzative e poi riportano le discussioni sul sito. Questo viene usato come mezzo di comunicazione di massa libero e come strumento per organizzare petizioni. Essi operano, quindi, con gli strumenti tradizionali della democrazia (riunioni, incontri con alcuni politici disponibili o con portavoce dei sindaci, raccolta firme, sondaggi, volantinaggio, costituzione di associazioni ad hoc e costituzioni di liste civiche locali), cercano un pubblico più largo attraverso l’e-news (da cui comunicano tutto quello che fanno) e praticano l’e-petition.
In che direzione si è mossa la ricerca di demotopia? Quali sono i meetup contattati?
Per ora indichiamo alcuni nomi tra quelli contattati:
“Meetup Veneto”. Si è dato un orizzonte regionale ma forse non vive di motivazioni forti proprie. Non organizza incontri da tempo.
Il meetup di Vicenza è vulcanico. Probabilmente l’affaire Dal Molin ha contribuito a questa evoluzione. Organizzano continuamente petizioni: la trasparenza dei bilanci pubblici, l’oscuramento del blog di Piero Ricca, la concessione del porto d’armi l’attribuzione delle frequenze Wi-Max, etc. La petizione Dal Molin ha raccolto diecimila firme.
Nel meetup “Amici di Beppe Grillo a Chioggia”, gli incontri sono aperti a tutti. Il range dei partecipanti oscilla da un minimo di 4 a un massimo di 18. Organizzano la partecipazione a conferenze o incontri con ospiti/testimoni su temi sociali e d’attualità politica.
Il meetup “Associazione amici di Beppe Grillo di Rovigo” conta 188 iscritti, ha organizzato 70 incontri. Questo meetup ha sperimentato una discussione on-line in giugno utilizzando il servizio Messenger, e a luglio utilizzando il servizio Skype.
I meetup di Padova stanno cercando un dialogo con un assessore appena eletto. Sarà, quindi, interessante seguire le attività dell’Assessorato attraverso le discussioni e le relazioni che compariranno in rete.
e altro ancora.....
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Io partecipo.
Alice Cittone
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