Gli ho chiesto il permesso su facebook di copioincollarlo qui..ancora non è arrivato, ma io sento il bisogno di condividere questa sua nota con tutti voi...quindi lo faccio.....
LEGGETE....LEGGETE E SENTITE QUESTO URLO......
i commenti vi consiglio di aggiungerli a i già tanti che sono sulla sua note
Tanto per cominciare vi dirò che non lavoro più in Rai dal 2005, sicché non si può certo dire che sono in conflitto di interessi. In quella struttura ho collaborato a poca roba, dalle varie trasmissioni del ciclo di Alcatraz di Cugia fino all’Ottavo Nano, o a il caso Scafroglia, e ho avviato una cosa che ancora oggi va in onda e che si chiama Ad Alta Voce, su Radio 3. Mi sono sempre astenuto dal commentare in modo generalista e superficiale quello che è accaduto in Rai, poiché non mi sembrava giusto nei confronti di amici e colleghi che son rimasti dentro, di quelli che lì sono cresciuti, e che ogni giorno combattono con capi, sottocapi e funzionari, e persino nei confronti dei capi, sottocapi e funzionari con idee chiare e innovative che invece combattono con direttori, consiglieri di amministrazione e politici inetti e incapaci.
Oggi però le cose sono cambiate. Sono cambiate perché siamo sotto un vero e proprio colpo di stato militare, perfettamente orchestrato, lungamente preparato e inflitto a milioni di abbonati senza guardare le loro idee politiche, le loro inclinazioni artistiche, il loro censo, la loro indipendenza di giudizio. Tralasciamo il digitale terrestre, la tecnologia più arretrata dello scorso secolo, sul cui passaggio (aziende produttrici di decoder ecc.) voglio stendere un velo pietoso. Già solo il passaggio digitale in radiofonia fu dolorosissimo (c’è sempre qualche idiota che ricorda con nostalgia il ‘calore’ dei nastri analogici così come il ‘profumo’ della carta dei libri e altre menate romantiche) e chi avesse voglia di capire come funzionano i sistemi digitali in radiofonia si può fare un giro sul mio blog. Ma transeat.
E’ successo che il colpo di stato militare si è svolto su tre direttrici. Una: la tentata eliminazione (via Antitrust) delle trasmissioni scomode: lo abbiamo visto tutti, non c’è bisogno di aggiungere altro. L’operazione è stata ampiamente scoperta e ha richiesto una legge apposita per scongiurare il ripetersi della scoperta – la legge bavaglio appunto.
Seconda direttrice: il controllo diretto – non mediato, non per interposta persona, delle testate giornalistiche della Rai. Una volta messi in mani sicure tg1 e tg2 restavano il tg3, sul quale le manovre sono in corso, e la maretta intorno alla direzione di rete lo dimostra, e RaiNews24 che invece è stata proprio oscurata del tutto, sia sul digitale terrestre che sul satellitare. La nazione è stata a guardare. La nazione dorme.
Terza direttrice, la più difficile, ma la più efficace, il controllo diretto e non mediato del Ministero dello Sviluppo Economico, che è il detentore del Contratto di Pubblico Servizio con la Rai. Per ottenere questo si è dovuto rimuovere il Ministro stesso, che rispondeva al nome di Claudio Scajola, dopo il quale il Presidente del Consiglio ha assunto la carica ad interim, quasi in sordina.
Ora io sono ben conscio che con quello che sto scrivendo magari alla Rai non ci lavorerò mai più per sette generazioni, ma me ne infischio altamente. Questa mattina il nostro Presidente del Consiglio, che è di fatto il capo della televisione concorrente della Rai, ha minacciato di non rinnovare alla Rai stessa il Contratto di Pubblico Servizio, e lo ha fatto in quanto Ministro dello Sviluppo Economico.
A questo punto, in un paese normale, tutte le persone che ancora sono sane di mente dovrebbero immediatamente scendere in piazza, chiamare le organizzazioni internazionali, mettere in piedi una mobilitazione immediata, poiché si è davvero passato il segno. Invece non succede niente, come non è successo niente quando due amministratori regionali sono stati illegalmente eletti per la terza volta.
Io però almeno lo sfizio di scriverlo me lo voglio togliere, visto che non ho altri canali di comunicazione possibili. E’ il degno finale di un colpo di stato militare sulla radiotelevisione pubblica. E’ vergognoso e inquietante, ed è fatto sotto il naso di tutti gli onesti abbonati, e mi fa incazzare da morire. E dovrebbe fare incazzare pure voi.
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